venerdì 30 gennaio 2015

VITA è ... INNAMORARSI DI DIO

 Dio ama, ed amare significa donarsi, ed ecco la creazione. 
   
Dio ama e amare è parlare per farsi conoscere, ed ecco la rivelazione. 
Dio ama ed amare è rendersi simile all'amato, ed ecco l'Incarnazione. 
Amare è soffrire per l'amato, ed ecco la Redenzione. Amare è vivere vicino all'amato, ed ecco l'Eucaristia. 
Amare è fondersi con l'amato, ed ecco la Comunione. Amare è vivere e godere per sempre con l'amato, ecco la vita eterna e il Paradiso.


 In questo modo, contemplando questo meraviglioso piano S. Paolo chiama Dio: "Il Dio dell'Amore" (2 Cor 13,4). 











mercoledì 21 gennaio 2015

LA CHIESA E IL MALE ( in preparazione alla Benedizione delle case)

Che autorità ha la Chiesa per liberare l’uomo dal male?

Nel suo ultimo saggio don Pietro Cantoni confuta molti preconcetti intorno al demonio e agli esorcismi

di Alessio Biagioni
Leggendo il libro di don Pietro Cantoni, L’oscuro signore – Introduzione alla demonologia(Sugarco, Milano, 2013), mi è tornato in mente subito l’episodio che mesi fa ha sorpreso tutti i mass media e gli “opinionisti”: l’esorcismo effettuato da papa Francesco dopo la Messa di Pentecoste.
Si sia trattato o no di esorcismo, o di qualsiasi altra preghiera, quello che ho notato è stato il rigetto dell’evento da parte dell’opinione pubblica. 
Il rifiuto del papa esorcista mi è subito sembrato conseguenza di due atteggiamenti diffusi nella nostra epoca: 1) Accettazione del male come qualcosa di inevitabile che è originariamente nelle cose. Tale teoria esclude l’esistenza del demonio, perché è un essere personale che tramite libera e consapevole scelta ha definitivamente rifiutato Dio; 2) Rifiuto di qualsiasi autorità.
Il Papa, o meglio, la Chiesa quale autorità avrebbe per liberare l’uomo dal male? Nel libro di don Cantoni viene spiegato proprio l’atteggiamento cristiano verso il problema del male, del peccato e degli angeli ribelli.
Per la Bibbia l’origine del male non è in Dio.

Narrandoci la creazione, il libro della Genesi insiste che ciò che viene creato, è “cosa buona”. L’uomo fa il male perché si lascia tentare. Ma chi lo tenta? Dio ha creato gli angeli, esseri puramente spirituali, ma alcuni di questi, nonostante sapessero la drammatica conseguenza del loro gesto, hanno rifiutato Dio. In che consiste questo rifiuto? 
Ossia il rifiuto della grazia di Dio, “il raggiungimento del fine soprannaturale con le sole forze della natura” (Cantoni, pag. 35).
È realizzare se stessi con le sole nostre forze, come se fossimo dei, come se ci fossimo fatti da soli. Ecco chi è il serpente che tenta l’uomo: un angelo che si vuol fare simile a Dio con le sue sole forze. Ma questo “è lo stesso peccato che Satana suggerisce all’uomo: la similitudine con Dio non accettata come dono, ma ottenuta con un proprio sforzo non sottomesso all’azione di Dio”.
Questo ragionamento del voler fare tutto da soli, assomiglia a quello di coloro che vedono nella Chiesa una imposizione esterna, una istituzione inutile alla salvezza, qualcosa che sa imporre solo regole ma non c’entra nulla con la ricerca di Dio. In realtà, come ha detto il Papa nell’Udienza Generale del 29 maggio 2013, la parola ekklesia significa convocazione e infatti, per sua iniziativa, tramite la Chiesa, «Dio ci convoca, ci spinge ad uscire dall’individualismo, dalla tendenza a chiudersi in se stessi e ci chiama a far parte della sua famiglia».
Infatti “Dio ci ha creati perché viviamo in una relazione di profonda amicizia con Lui, e anche quando il peccato ha rotto questa relazione con Lui, con gli altri e con il creato, Dio non ci ha abbandonati. Tutta la storia della salvezza è la storia di Dio che cerca l’uomo, gli offre il suo amore, lo accoglie”.
Viene da chiedersi, perciò, come fa a conoscere Gesù chi dice di poter far a meno della Tradizione e del Magistero della Chiesa? Negare la Chiesa non è presumere di poter alla fine salvarsi da soli? Non è chiudersi in se stessi e compiacersi “della propria perfezione e bellezza senza aprirsi a ciò che la supera”, come il più luminoso di tutti gli angeli (Cantoni, ibid.)?

Purtroppo oggi questa mentalità è diffusa, tanto che anche l’amore per il prossimo è talvolta concepito come uno specchio: io amo l’altro per piacere, perché mi fa stare bene. È sempre l’io il protagonista dell’amore. Gesù invece nel Getsemani ha scelto per amore di sottomettersi alla volontà del Padre fino alla morte in croce. Come ricorda il papa «la linfa vitale è l’amore di Dio che si concretizza nell’amare Lui e gli altri, tutti, senza distinzioni e misura. La Chiesa è famiglia in cui si ama e si è amati».
Un amore quindi non ripiegato nell’io, ma il dono completo di se stessi. 
Il peccato non è altro che il rifiuto di questo amore. Per orgoglio l’uomo non vuole vincoli, vuole realizzarsi da solo. Ma questo comporta il rimanere a terra, rimanere schiavi di mille tentazioni. L’uomo rifiuta di adorare Dio, ma sceglie di adorare un’infinità di idoli.
Nell’eternità o bruceremo mortalmente per amore di noi stessi, o bruceremo di vera vita per amore di Dio. 
Il primo passo, perciò, è riconoscersi umilmente peccatori, e in questo modo aprirci all’amore di Dio, perché, una volta riconosciutisi peccatori abbiamo, dice il Papa, un luogo dove rifugiarci: la Chiesa, tramite il sacramento della confessione. Infatti «Quando noi ci accorgiamo di essere peccatori, troviamo la misericordia di Dio, il quale sempre perdona. Non dimenticatelo: Dio sempre perdona e ci riceve nel suo amore di perdono e di misericordia»

lunedì 19 gennaio 2015

LA VITA CONTINUA.

RICOMINCIARE E' COME RINASCERE.

Ricominciare sempre.

‘Ricominciare sempre come l’alba
che canta al nuovo giorno la speranza.
Ricominciare sempre come il mare
che torna sulla sabbia a cancellare.
Ricominciare sempre come il sole che in acqua viva i ghiacciai dissolve.
Ricominciare senza ricordare che abbiamo ancora un giorno per rischiare.

sabato 17 gennaio 2015

Significato di una scia di luce.

Con la nostra vita tracciare una scia di luce.


















Che cosa vuol dire «rimanere nell'amore», nella nostra giornata? possiamo intendere il non fare nulla che sia contro l'amore; e sarebbe già qualcosa. Ma evidentemente questa espressione indica qualcosa di più di positivo, di dinamico: l'amore per Dio e per ogni uomo ci spinge, a prodigarci in piccole o grandi azioni, con crescente fantasia.


All'inizio, magari, riusciamo a ricordarci e a rimanere in questa realtà solo per brevi attimi. Ma già questo è importante, perché è come se dovessimo tracciare con la nostra vita una scia di luce.
Quel che si aspetta Dio da noi, più che grandi atti di virtù o imprese eroiche, è proprio il nostro amore per Lui, che si trabocca sugli uomini. 




Il nostro amore può essere rivolto a Dio o agli uomini. Ci sono mille circostanze che ci possono far uscire da questa realtà. Ad esempio, quando ci avviciniamo a qualcuno pieni di buona volontà e con tutto l'amore di cui siamo capaci, ed è sempre una ferita dura se riceviamo in risposta odio, antipatia, o anche solo indifferenza. Oppure ci può succedere che venga mal interpretato quello che noi facciamo; e nascono incomprensioni. Non è facile allora ricordarsi che, indipendentemente da ogni possibile chiarimento, quel che vale è, comunque, «rimanere in Dio».



Molti di noi hanno conosciuto maldicenze, insulti, prese in giro e imbrogli di ogni tipo. 
Molti sanno cosa significhi l'orgoglio ferito, l'umiliazione, la voglia di ripagare con la stessa moneta, o la rabbia sorda dell'impotenza. 


Ma chi riesce a «rimanere nell'amore» impara a perdonare, a rendere bene per male, a pregare per chi ci perseguita, e a dare il doppio di quello che ci viene chiesto, a vivere insomma tutto il Vangelo. E allora sperimentiamo la gioia di essere in Dio.


mercoledì 7 gennaio 2015

2015 BUONI FRUTTI E TANTE SODDISFAZIONI...

A tutti, benevolenza!


UN ANNO 2015 SORPRENDENTE.

 
 
ALCUNE REGOLE SAGGE PER COSTRUIRE LA PACE NEL MONDO INCOMINCIANDO DALLE  PERSONE VICINE A NOI.
Al nemico dona perdono
All’avversario, tolleranza!
Ad un amico, il tuo cuore!
Ad un cliente, servizio!
A tutti, benevolenza!
Ad ogni bambino, buon esempio!
A te stesso, rispetto!
AUGURI PER IL NUOVO ANNO 2015, PERCHE’ SIA RICCO DI FRUTTI E SODDISFAZIONI.

I CONSACRATI IN DIOCESI

 Riflessione sulla Vita Consacrata.
 Poter incontrare le persone di una 
grande carica spirituale, sociale, ecclesiale... è sempre una Grazie 
del Cielo. Oggi ero delegato dalla 
mia comunità dei Padri Somaschi 
di Nervi ed ero anche a 
rappresentare 34 comunità religiose maschile della Diocesi di Genova 
per i tradizionali auguri al Cardinale 
nel salone della Curia.
Il presepe composto essenzialmente dal Bambin Gesù, con pochi rami ed una gran stella di Natale per significare che il Centro di tutto è Lui, ci ha fatto capire quanto ci ha detto il Card. Bagnasco che ci ha parlato col cuore. Ancora ricordavamo tutti il suo pressante invito di qualche giorno fa, di andare ed incendiare i cuori dell'Amore di Dio, per conquistare le anime dei Genovesi.
 In modo molto familiare, oggi, Sua Eminenza ci ha spiegato che per 
il S. Natale 2014 sono necessarie 
due cose per noi consacrati della 
sua Diocesi: una miglior preghiera
 e una verifica se ci vogliamo 
veramente bene tra confratelli 
e consorelle in seno alle nostre 
comunità. Questa è la miglior testimonianza per il mondo che ci circonda.

Citando l'ultima lettera pastorale 
che sintetizza la sua esperienza 
dei sei anni di visita pastorale alla 
diocesi, il Cardinale ha voluto 
ribadire che la gente si attende
 molto da noi consacrati. Inoltre 
ci ha sottolineato che nelle parrocchie 
dove ci sono i religiosi, coadiuvati 
dalle religiose nel ministero 
pastorale,  si nota e si percepisce  un livello spirituale più ricco tra i cristiani.
Mi sono arricchito molto in questo incontro, dove ho potuto 
conoscere altri religiosi che 
spendono la loro vita per il carisma 
del Vangelo vissuto sotto tante sfacettature, quante sono le congregazioni religiose che nella 
sola Diocesi di Genova ammontano 
a 128 con una presenza di 
1066 Suore e 
334 Religiosi-Sacerdoti che vivono la vita di Comunità.